Szabla
Hai mai pensato alla possibilità di scatenare una bufera? Un ciclone? Una tempesta?
Di poter trattenere quel gelido respiro, quando il cielo è ancora giallo?
Quando i chicchi di ghiaccio restano a terra e raffreddano l’aria?
Quell’attimo senza temperatura che ti penetra dentro fino al midollo spinale come un brivido,
passando sotto la pelle, premendo sulle tempie?
Hai mai pensato alla possibilità di alzarti perpendicolarmente da terra senza
accennare ad un minimo movimento?
Di salire in verticale come un ago?
Di restare immobile per un giorno intero? Alla pericolosità dell’immobilità?
Hai mai pensato di poter accelerare il flusso della tua attività neuronale?
Di usare i tuoi pensieri come le pale di un elicottero da guerra?
Di poter bruire come un orso? Di scrutare nell’oscurità come una tigre?
Di poter gridare fino a demolire il coraggio?
Di resistere ad un ferro rovente?
Hai mai pensato alla possibilità di poter stringere le mascelle come un coccodrillo?
Di sfogare la carica di un toro ferito? Di avere la rapidità del morso di un serpente?
Di contenere con le braccia la deriva dei continenti?
Di reggere alle pressioni abissali, alle rarefazioni stratosferiche?
Di calarti nelle viscere laviche di un vulcano?
Hai mai pensato di poter correre fino a decollare? Fino a sganciarti da un campo gravitazionale?
E continuare per inerzia? Finalmente liberi?!
Hai mai pensato di poter sbullonare la rotaia di una ferrovia con un solo strattone?
Di poterla piegare fino a sentire l’odore della ruggine che sbriciola fuori? Gustandoti la dolcezza di
quel calore che nasce sotto le mani?
Di afferrare un escavatore per i denti della benna e rovesciarlo?
E hai mai pensato di poter assorbire incolume l’urto di una valanga? Il rombo senza memoria che produce?
Di rotolare spaventosamente come un masso che rimbalza giù per un dirupo?
Di provocare una frana con uno sguardo? Di trattenere lo zolfo nell’aria dopo una saetta?
Di stare nell’occhio di un tornado a guardare il delirio che ti avvolge?
Di precedere il boato del terremoto?
Di schiacciare una persona fino a sentirne scricchiolare le ossa?
Di farti crescere i canini come le zanne di un mammut?
Di aprirti la gabbia toracica per un desiderio?
Di un eccesso di violenza, di crudezza, di severità, di primitività e di cattiveria?
Alberto Tadiello