K
, 2009Staffe metalliche, barre di alluminio, pulegge, cordino in nylon, dadi e bulloni, motore elettrico
Dimensioni varie
K è il titolo per una serie di cinque lavori. Sono dei ragni aggrappati alla parete. Hanno zampe sottili e la capacità degli aracnidi di lavorare in sordina, metodicamente. Senza sosta.
Il loro meccanismo è estremamente semplice: un motorino elettrico mette in funzione un cavo di nylon nero e lo fa scorrere da una puleggia all’altra, disegnando un lento cigolio attorno alla struttura metallica.
Sono stati pensati per una personale alla galleria Newman Popiashvili Gallery di New York. Il titolo della mostra era Variable Intensity Rain Gradient Aloft, un particolare tipo di pioggia che, cadendo da una nuvola, evapora prima di toccare terra.
Quando ripenso ai K, credo mantengano ancora il centro di quella mostra. Ne conservano la precarietà. Stanno lì, fermi su un limite instabile, in bilico tra salita e discesa, gravità e lievitazione. Tremano sempre, leggermente, tesi a mantenere il controllo.