Adunchi
, 2010Tecnica mista su carta (disegni)
Profilati metallici, fogli di plexiglass, carta da spolvero (stampe)
38 x 51 cm ciascuno
Ventidue disegni e quarantaquattro stampe.
Hanno la stessa attenzione ossessiva alla fissità. Sia negli uni che nelle altre, compaiono degli uccelli.
Nella serie di disegni, sfilano tutti con il capo all’ingiù. Ci si chiede se siano morti. Sicuramente sono stati abbandonati. Fluttuano in uno spazio aereo, bianco, ma giurerei che sono caduti a terra. Il loro, è solo il ricordo di un volo.
C’è dello scialbore. Evidente. Forse è dato dalla tecnica ottenuta, da quella stratificazione di carte veline, di lucidi, di carte da forno, di colle e burrocacao che contribuisce a renderle inquiete presenze fantasmagoriche. Forse è invece solo il risultato della resa di cui sono portatori. Resa alla natura. Alla forza. Alla vita. E del conseguente inevitabile malessere in cui naviga chi osi fermarsi a pensarci.
Le stampe sono immagini riprese dalle tavole sinottiche di un vecchio dizionario, scansionate e stampate su carta da spolvero. Si soffermano sui dettagli anatomici degli uccelli. Sempre sugli stessi. Elencano becchi, colli, piumaggi. Insistono. Hanno qualcosa di primitivo. Di non del tutto risolvibile. Sembrano uscire da una delle peggiori paure di Johann Jakob Scheuchzer.